Sergio Tavcar . la Jugoslavia il basket e un telecronista

tavcarSergio Tavcar è, nella mia modesta opinione, un grande uomo di giornalismo, un grande telecronista ed un grande narratore, oltre che un uomo dotato di Ironia e umorismo.
Una cultura sportiva eccezionale affinata in oltre 40 anni di lavoro come telecronista della mitica “Tele Capodistria” (esiste tuttora, ma trasmette solo in ambito regionale sloveno al confine orientale con il nostro paese) e impianta su una background cosmopolita personale, come può avere solo un italiano di lingua slovena cresciuto nella città italiana più aperta alle tre grandi culture europee (tedesca, slava e latina)
Chi ha meno di 40 anni probabilmente non sa chi sia Sergio tavcar. Chi come me ha vissuto i ruggenti anni della pallacanestro europea (sottolineo europea) degli anni ’70-80, se lo ricorda bene, anche se non si ricorda il nome.
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Mario Donnini: il rombo del Cigno

nuovalri donnini“Marione” Donnini. È uno dei piu brillanti narratori (giornalista sarebbe limitativo) dello sport Italiano.  Lavora da oltre vent’anni per Autosprint ed ha scritto e scrive pagine bellissime sulla storia dell’automobilismo, sui suoi personaggi.

Ci consociamo via Facebbok, siamo coetanei (5 giorni di differenza di età) e mi diverto spesso a leggere i suoi ironici post.

Di libri su Nuvolari ce ne sono bellissimi, ma questo resta unico, con una partecipazione emotiva dell’autore unica, ma senza alcuna retorica nello stile dell’autore….

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Matteo Marani : Dallo scudetto ad Auschwitz (recensione)

marani« Fatto sta che di Weisz, a sessant’anni dalla morte, si era perduta ogni traccia. Eppure aveva vinto più di tutti nella sua epoca, un’epoca gloriosa del pallone, aveva conquistato scudetti e coppe. Ben più di tecnici tanto acclamati oggi. […] Sarebbe immaginabile che qualcuno di loro scomparisse di colpo? A lui è successo. »

In questo libro del 2007, ristampato nel 2014, l’ex direttore del Guerin Sportivo, Matteo Marani, compie nell’ambito della storia del Calcio un opera storica notevole, ricostruendo la vita e sopratutto la morte del primo grande allenatore del calcio Italiano.
L’ungehrese Arpad Weisz infatti fu negli anni 20-30, il primo “mago” del calcio italiano, il primo allenatore a pubblicare un betseller sulla tecnica del calcio.
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Pensieri olimpici

Alex Schwarzer

Io non sto con Schwarzer (che paga il pessimo comportamento tenuto quando fu beccato la prima volta). Certamente ha pagato altro oltre il doping. Nello sport di alto livello il piu pulito ha la rogna. Quando vogliono beccarti non hanno bisogno di truccare le analisi, basta che te le facciano seriamente. Pantani che si imbottiva di epo (vedi valori riscontrati al CTO qualche anno prima) come tutti in quel giro, perse l’impunità che ti viene concessa se ti accontenti di vincere e non di stravincere (successe lo stesso a Eddie Merckx). Poi c’è chi ha protezioni in alto come Armstrong che per 10 anni con la complicità dell’UCI ha ingannato il mondo, oppure oggi qualche federazione caraibica di atletica….

Ma solo perché gli altri la fanno franca e tu no , non diventi pulito. E Donati e don Ciotti possono mettere di consumarsi le unghie sui vetri.

Sulla nostra nazionale olimpica “sovietica”

Nel 1980 , durante la guerra fredda, il governo Italiano aderì al boicottaggio deli paesi della NATO alle olimpiadi di Mosca. Ma l’Italia partecipò lo stesso alle olimpiadi come “Comitato Olimpico”. Rimasero a casa gli atleti dei gruppi militari, i nostri “dilettanti di stato”, come venivano chiamati spregiativamente all’epoca paragonandoli agli Atlelti dell’unione sovietica e del blocco comunista . Restarono a casa un 40% degli uomini e nessuna donna. Se succedesse oggi resterebbero a casa il 90% degli atleti italiani. Ormai sono tutti militari mantenuti da noi (e quelli a Rio sono solo un 5% del totale)

Usain Bolt

Sinceramente dopo le semifinali devo dire che Bolt è iper detestabile: OK sei l piu forte, madre natura ti ha permette di fare certe cose con una facilità incredibile ma perchè devi irridere gli avversari che hanno sudato come e piu di te,, ridendo e irridendoli durante la corsa ? Loro hanno fatto sacrifici per essere lei e non meritano di essere irrisi da un pezzo di m….

Un calcio diverso, anche meno ipocrita

Amavo molto di piu’ il calcio una volta che non oggi. Perchè riuscivi a “starci dietro”. Non giocandosi tutti i giorni ed essendo sacro il calendario che prevedeva partite di campionato solo la domenica pomeriggio e di coppa il mercoledì sera, era facile temersi informarti e non perdersi la partitra.

Seguire il calcio era un piacere non un lavoro.

Ma nel calcio di oggi, una delle cose che trovo piu’ ipocrita Continua a leggere

Il volo di Volodja…

 A quindici dalla scomparsa di un grande sfortunato campione

Era una domenica di fine inverno-inizio primavera del 1978. Non ricordo se ero a casa per studiare o casualmente. Ricordo solo che rimasi tutto il pomeriggio a guardare la TV. C’erano gli europei di atletica al coperto, quando lo sport aveva per un tredicenne, l’aurea di qualcosa di attraente a prescindere. E quando l’atletica italiana aveva un mucchio di atleti di livello mondiale (Dorio, Simeoni, Mennea, Ortis…). Sono passati 36 anni, ma per la storia è passata un era geologica.
Questo libro di  Giuseppe Ottomano e Igor Timhoin (in realtà è un riassunto di un lungo romanzo del secondo) , narra la storia umana e sportiva dell’eroe di quella giornata. La storia di Vladimir Yashenko (come si scriveva all’epoca) (“Volodia”), prodotto e poi rifiuto di quel mondo orwelliano che era l’Unione Sovietica.

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50° della Polisportiva Piscinese

(clicca sulle foto per vedere le foto più velocemente)

Rush: la versione di Niki


L’anno scorso nelle sale e stasera su “Sky”  è uscito un bellissimo film di Ron Howard , intitolato “Rush” e narrante la storia “vera” della rivalità tra Niki Lauda e James Hunt nel 1976. Un film molto ben realizzato, con prepatazione accurata, fedeli ricostruzioni delle vetture e dei circuiti.
E’ chiaro che le vicende narrate possano essere state un po’ “romanzate” (ma quella stagione 1976, fu veramente una stagione da romanzo, anche più del film), ma nel film si osserva una distorsione di alcune realtà. Distorsione della quale è certamente responsabile la collaborazione al film di uno dei protagonisti reali , Niki Lauda (Hunt è morto da oltre 20 anni). Insomma questo film è la “versione di niki”.
Vediamo di ricostruire le principali “correzzioni”

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