Rush: la versione di Niki


L’anno scorso nelle sale e stasera su “Sky”  è uscito un bellissimo film di Ron Howard , intitolato “Rush” e narrante la storia “vera” della rivalità tra Niki Lauda e James Hunt nel 1976. Un film molto ben realizzato, con prepatazione accurata, fedeli ricostruzioni delle vetture e dei circuiti.
E’ chiaro che le vicende narrate possano essere state un po’ “romanzate” (ma quella stagione 1976, fu veramente una stagione da romanzo, anche più del film), ma nel film si osserva una distorsione di alcune realtà. Distorsione della quale è certamente responsabile la collaborazione al film di uno dei protagonisti reali , Niki Lauda (Hunt è morto da oltre 20 anni). Insomma questo film è la “versione di niki”.
Vediamo di ricostruire le principali “correzzioni”

Documentazioni dell’epoca dal sito: v8blog1976

BRM
La prima di queste ricostruzioni fantasiose, avviene quando si racconta l’arrivo di Lauda in BRM a fine 1972.
In esso egli si mette, non ancora depositato il borsone, a pontificare su modifiche alla vettura, quando in realtà la BRM era una casa gloriosa, anche se in declino. Aveva vinto il mondiale nel 1962 con Graham Hill, vari gran Premi con Jackie Stewart , Pedro Rodriguez e Peter Ghetin, e l’ultimo con Jean-Pierre Beltoise solo nel Gran Premio di Montecarlo sei mesi prima. Ma aveva sotto la gestione di Louis Stanley avviato una china che al porterà alla scomparsa poco dopo. Nel 1973, come raccontano Regazzoni e Cesare de Agostini in “Questione di Cuore” nel 1982,  la BRM non modificò mai un unghia della vettura e tantomeno il motore (altro che Lauda che fa modificare il motore),  anzi le due vetture corsero con 5 vecchi motori dell’anno prima…..
E quell’anno Lauda , ma soprattutto la BRM non brillarono molto, il miglior risultato fu un quinto posto ed il team perse a fine anno il ricco sponsor “Tabaccaio” che passò alla McLaren. Chiuderà pochi anni e pochisismi risultati dopo
Alla Ferrari Niki fu assunto su consiglio di Clay Regazzoni, che rientrando a Maranello propose un secondo pilota che non desse troppo fastidio, al posto del polemico Merzario.
Spagna 1976
E cominciamo con la stagione 1976, quella attorno alla quale ruota il film, l’anno della grande sfida tra Lauda e Hunt.
Nel film si narra giustamente che Hunt venne squalificato dopo la vittoria a causa della misura della carreggiata eccedente la massima misura. Norma che entrò in vigore proprio in quel GP (succedeva all’epoca che per le prime gare extraeuropee si corresse con i vecchi regolamenti). Hunt venne effettivamente squalificato e attorno a questa squalifica ruota una buona parte del film….
Peccato che in realtà un paio di mesi e qualche ricorso dopo, Hunt verrà riammesso in classifica . Questo perché venne accolta la tesi sostenuta nel film e nella realtà da Hunt e la McLaren, ossia che la misura era comunque in tolleranza e soprattutto ininfluente.

Gran Bretagna 1976
Nel film appare un breve spot, dove si mette in evidenza la vittoria di Hunt nel gran premio di Gran Bretagna, disputatosi a Brands Harch. In realtà Hunt vinse, ma venne squalificato e senza successisva riammisisone. Motivo della squalifica fu un cambio di vettura, avvenuto dopo che un incidente al primo “Via” aveva portato alla sospensione della Gara. All’epoca il regolamento (ad onor del vero un po farraginoso”) prevedeva che nel caso gara avviata e sospesa, non fosse possibile cambiare macchina. Hunt era stato coinvolto in un incidente al Via. Incidente che aveva coinvolto molte vetture, tra cui le due Ferrari di Lauda e Regazzoni, piloti che infatti non ripartirono.
Apparentemente sembrerebbe solo una svista, una “licenza” dello sceneggiatore, ma il sospetto è che si sia voluto nascondere una verità scomoda per Niki Lauda.
Infatti quell’incidente che coinvolse molte vetture, ebbe inizio con una collisione tra le due Ferrari, e secondo la maggior parte degli osservatori, la colpa dell’incidente era di Lauda.
Riunione dei piloti
Una delle inesattezze più clamorose e più evidenziate da tutti gli appassionati, sui gruppi nei social network e la scena in cui prima del Gran premio di Germania al Nurburgring i piloti i sarebbero riuniti per decidere se correre o meno e avrebbero, su proposta di Lauda, votato se correre o meno a fronte delle condizioni della pista sotto una forte pioggia.
Come verificabile nella collezione di Autosprint nelle epoca (link) non ci fu nessuna riunione, perché nessuno si pose il problema se correre (cosa che avvenne invece al Fuji, dove però più he un po di pioggia ci fu un monsone tropicale ). Neppure Lauda che invece qui passa per un eroe della sicurezza.
Guasto meccanico o errore ?


Una questione molto controversa sull’episodio dell’incidente di Lauda al Nurburgring fu quella se a provocare l’incidente fosse stato un errore del pilota o un guasto meccanico. Nel film si sposa questa seconda tesi, ovviamente più gradita a Niki Lauda. Ma come si vede le opinioni erano diverse.

Merzario
Nel giudizio degli appassionati italiani, il peggior “tradimento” della realtà storica avviene nella scena drammatica del salvataggio di Lauda ad opera di altri piloti. Nel film è un pilota col casco di Fittipaldi (rosso e blu) ad estrarre Lauda dalla vettura. In realtà fu Arturo Merzario (casco bianco) . ma nella scena non c’è nessun pilota con quel casco. Eppure il fatto è notorio, anzi quel fatto è quello per cui il pilota comasco è più noto.
Ed invece non se ne parla. Ma se si vanno a vedere i giornali dell’epoca, si scopre che l’atteggiamento di Lauda nei confronti del pilota italiano fu assai indisponente. Quando Niki rientrò a Monza, si recò a ringraziare tutti gli altri piloti ma non Merzario. La cosa venne stigmatizzata dalla stampa e per rimediare, Lauda si recò solo successivamente a ringraziare l’italiano in occasione di una corsa del mondiale sport a Salisburgo. E lì ci fu la scena pietosa di Lauda che si sfilò un orologio di valore dal polso e lo regalò a Merzario , che lo accetto riluttante ed imbarazzato.
La verità è che tra i due non correva buon sangue sin dal 1972 quando entrambi correvano nel campionato “Europeo Sport 2000”, dove Merzario (pilota Abarth-Osella) era la star e Lauda un giovane ambizioso comprimario. E ancor peggiori erano le relazioni tra Ferrari e Merzario, “licenziato” a fine 1973 proprio per far posto a Lauda).
Ma questo non aveva impedito a Merzario di rischiare la sua incolumità per Niki.

 

 

 

Le Benzine di Monza
Un altro episodio su cui si sorvola, è contestuale al rientro di Lauda a Monza. Si omette di dire che dopo che le prove del venerdì furono disturbate dalla pioggia, al vennero eseguiti dei controlli sulle benzine . Controlli che portarono all’annullamento dei tempi di quel giorno per Hunt, Mass (suo compagno di squadra) e Watson con la Penske.

Le benzine soprattutto quelle Watson erano irregolari con un numero di ottani più elevato. La cosa destò polemiche, anche perché l’irregolarità delle benzine della McLaren era minima e soprattutto perché i controlli, predisposti dagli organizzatori Italiani, vennero eseguiti presso un laboratorio della SNAM, società consociata dell’AGIP che forniva le benzine e sponsorizzava la Ferrari….
Mass, Watson e Hunt scivolarono nella classifica delle prove al fondo e poterono correre solo alla forzata rinuncia sin dalle prove per problemi tecnici di Merzario (ancora lui) , per motivi di licenza di guida di Stuppacher e per mai chiariti problemi al motore di Edwards…
Ma dovettero partire indietro e Hunt nel tentativo forsennato di rimonta ruppe il motore…
Ma anche di questo fatto, il film non parla.
USA e Canada
Nel film si salta direttamente dal Gran Premio d’Italia a quello del Giappone, ma si saltano le due gare nel mezzo, vinte entrambe da Hunt e con Lauda e le Ferrari in grave difficoltà (solo un terzo posto). Furono quelli i due passi falsi che riaprirono realmente il mondiale.

 

Concludendo, senza nulla togliere alla bravura di Peter Morgan (sceneggiatore di film di successo come “Frost/Nixon”, “The Queen” e “il Maledetto United”) e di Ron Howard, un insieme di verità molto scomode per Niki non sono state raccontate in questo film comuqnue bello (Bravissimo l’attore che interpreta Lauda)

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