India e Napoli : due pesi e due misure.. i figili so’ pezz ‘e core

Tra i grandi mali dell’Italia sono è il buonismo, il pretendere di voler sempre farla franca, quando si tratta dei propri comodi o dei propri figli.
Un confronto va fatto tra il caso dei “Marò” e il ragazzo in motorino ucciso a Napoli. In entrambi casi, dei militari hanno avuto il grilletto troppo facile. Eppure la reazione dell’opinione pubblica è diametralmente opposta ed incoerente.


In India abbiamo due militari che avventatamente spararono a dei pescatori, scambiati per pirati. Da anni pretendiamo di poter processare noi i due militari , dimenticando che l’India non è un paese di “baluba”, ma una potenza politica ed economica e non un paese in declino, da barzelletta come il nostro, e che pretende rispetto. I nostri politici, giuristi, opinionisti hanno mescolato un po di nazionalismo pasticciato e un po di questioni procedurali.
Ma nessun pentimento individuale e collettivo si è sentito e visto visto in questi anni, visto che delle persone incolpevoli sono state uccise , lasciando vedove ed orfani.
A Napoli, a differenza dei colleghi (sempre di militari si tratta), il giovane carabiniere di Napoli, non è stato dipinto dall’opinione pubblica e dalle istituzioni come un eroe, ma come un “avventato pistolero”.  Ha commesso forse lo stesso errore dei due Marò, eppure è sottoposto da giorni ad un linciaggio morale.  Si legge delle maledizioni (umanamente comprensibili ma non condivisibili) della madre del ragazzo, madre che dovrebbe però chiedersi come abbia educato suo figlio diciassettenne, in giro alle tre di notte, con due persone “discutibili” e che per ovvi motivi non si è fermato ad un posto di blocco. Cosa gravissima e (come insegnatemi nella mia adolescenza nel secolo scorso) pericolossima. Più facile scaricare la nostra coscienza sulle istituzioni.

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