Ah Giulio ma che ci facevi veramente al Cairo ?

Da mesi è in atto la campagna “Verità per Giulio Regeni”, una doverosa battaglia anche per la famiglia, ma personalmente resto perplesso sin dall’inizio della vicenda e ancora di più dopo le notizie degli ultimi giorni.

Perché forse si dovrebbe parlare di “verità SU Giulio Regeni”: un cambio sostanziale di preposizione semplice.

Il conoscere chi ha ucciso il ricercatore italiano e sapere il perché, non può essere separato dalla conoscenza su che cosa lui facesse realmente in Egitto, sui veri motivi della sua permanenza. La favoletta della tesi di laurea convince sempre meno.

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Intanto a Piscina…

Per rispetto del copyright non posto l’articolo completo. Ma in esso si spiega che la non iscrizione all’albo era l’ultimo die problemi  e non è la casua dell’azione legale. Venivano contestati modo di lavorare e rispetto della Privacy.

 

Ma al solito “quello che mette la fascia” non parla, delega a “quella che firma” che non risponde… Sara di nuovo “tutta una montatura” ? Convocheranno di nuovo qualcuno da mister spadino ?

 

Ambulatorio

Sindaci, egocentrici e pupazzi su facebook

CERVELLI IN FUGA DA CRISTOFORO COLOMBO A GIORGIO MORODER…
Nel giorni della scomparsa di Gian Roberto Casaleggio il guru dei social network applicati alla propaganda politica, confrontiamo tre modi di approcciarsi di tre amministratori locali, della nostra zona.

  1. Il tipo “Istituzionale”: sindaco che posta pochi fatti personali, nessun commento ai fatti di cronaca, posta gli annunci delle iniziative che si svolgono nel paese, qualche notizia utile per i cittadini, ricorda le scadenze anche fiscali e coglie l’occasione, di fronte domande e contestazioni, di rispondere o controbattere educatamente, senza rifiutare il confronto , ma senza trascinarsi in polemiche ma magri indirizzando l’interlocutore verso l’ufficio competente.

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Ritorno a Barcellona (con photo album)

ss

Marzo 1986: primo viaggio a Barcellona, con un gruppo ed una organizzazione con cui poi vivrò 14 anni piu’ o meno intensi di vita , di illusioni e successive disillusioni .
2001: da quella organizzazione cattolica me ne stacco di fatto in modo definitivo. E nel tempo la stessa fede diventa sempre più blanda, azzerandosi soprattutto nella pratica .
Marzo 2016: ritorno a Barcellona.

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CERVELLI IN FUGA DA CRISTOFORO COLOMBO A GIORGIO MORODER

CERVELLI IN FUGA DA CRISTOFORO COLOMBO A GIORGIO MORODER…
ricercatoriPassando casualmente con il telecomando su un dibattito televisivo “, ho focalizzato. ascoltando le banalità assortite di Alan Friedeman. che piu’ che per i “cervelli in fuga” dall’Italia, il vero problema è la qualità dei cervelli che importiamo… Da Friedman a Belen Rodriguez passando per Dejan Stankovic…

Secondo la volgata comune la colpa del Governo e dell’università italiana non sarebbe la frammentazione che ha fatto nascere università sotto ogni campanile da Zagarolo a Castelmontone di Sotto., ma  il fatto di non assorbire la marea di ricercatori e scienziati che genera.

In verità questa marea non è assorbita in primis dalle industrie private, che in Italia ormai da decenni non fanno ne ricerca, ne innovazione che della ricerca è l’applicazione. L’Italia ha vissuto solo nella vituperata prima repubblica (1948-1991) un periodo in cui le aziende italiane hanno fatto innovazione. Prima l’arretratezza culturale ed economica e dopo la furia distruttiva dei rampanti manager e finanzieri senza scrupoli, hanno distrutto il lavoro di decenni di illuminati progettisti ed imprenditori che invertirono nel periodo del boom economico una tendenza ultra millenaria. Tra questi il recentemente scomparso Alfonso Bialetti.

Si perché in verità di cervelli italiani in fuga è piena la storia della scienza e non solo mondiale.

Marconi trovò in Inghilterra l’interesse verso la sua invenzione prima ancora dei soldi per finanziarla.  Altrimenti la sua invenzione sarebbe stata “scippata” da qualcun altro.

La lista comprende inventori come Antonio Meucci, Giuseppe Lodovico Lagrangia, matematico e astronomo che emigrato a Parigi (è sepolto nel Pantheon… e francesizzò il cognome in Lagrange…a proposito perché a Torino non è stato adottato per la via  il nome vero ?)

Cosa serve una minoranza in un comune ?

Una minoranza in un comune serve a tante cose.

Serve perché sindaci di oggi sono molto spesso dei podestà democraticamente eletti, ossia dei capi assoluti che possono nominarsi e snominarsi vice-sindaco, assessori, fare e disfare , finisce per essere circondato da gente timorosa che dice sempre sì, e per sbagliare perché nessuno gli dice “fratello, guarda che qui qualcosa non quadra”.
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Un calcio diverso, anche meno ipocrita

Amavo molto di piu’ il calcio una volta che non oggi. Perchè riuscivi a “starci dietro”. Non giocandosi tutti i giorni ed essendo sacro il calendario che prevedeva partite di campionato solo la domenica pomeriggio e di coppa il mercoledì sera, era facile temersi informarti e non perdersi la partitra.

Seguire il calcio era un piacere non un lavoro.

Ma nel calcio di oggi, una delle cose che trovo piu’ ipocrita Continua a leggere