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Notre Dame
“Stazione Spaziale 539” di H.K. Bulmer
Divertente riscoprire i romanzi di fantascienza di fine anni 50. Soprattutto quelli della cosiddetta “fantascienza tecnologica” (hard-SF in inglese)
Pur ancora con una certa ingenuità di fondo, essendo stati scritti negli anni tra il lancio dello sputnik e lo sbarco sulla luna, offrivano ancora spazio per una fantasia, ma nell’ambito della plausibilità scientifica, senza quelle complicazioni di tipo esoterico e parapsicologico, che riuscivano bene a Phlilip K. Dick quando usava la fantascienza come analisi della società (tipo “Do androids dream of electric sheeeps ?” o “La svastica sul sole“), ma che spesso diventando pallosissime, in altri autori moderni.
L’inglese Henry Kenneth Bulmer non appartiene certo alla schiera di autori di scienze-fiction assurti a scrittori di valore assoluto fuori dal genere (ricordo che la fantascienza è stata spesso un ottima ambientazione per capolavori che affrontavano temi molto profondi (come i due citati romanzi di Dick o “I mercanti dello Spazio” di Pohl e Kornbluth)
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“I guardiani del mare” – di Arthur Clarke
Niente da fare. Alla fine Clarke riusciva sempre a rovinare i suoi capolavori. Un libro che casca a fagiolo e lo spiego al fondo di questo articolo in questi giorni di manifestazioni ecologiste nel nome della strumentalizzata ragazzina svedese. Però il romanzo, è comunque avvincente
Il Nome di Arthur Clarke è noto al grande pubblico non solo degli appassionati di Fantascienza ma anche di cinema. Esso viene infatti associato a quello di Stanley Kubrick e al film “2001 Odissea nello Spazio”
Spiego il romanzo con l’introduzione del curatore della Collana “Urania” nel quale fu pubblicato nel 1962 , poi speigo perché alla fine rovina tutto.
“Un uomo nello spazio che non può più staccarsi dalla Terra, che non può più guardare il vuoto perchè una spaventosa avventura gliene ha dato il terrore. Un uomo del mare che vive nel ristretto mondo della sua Subvedetta immersa in quell’altro immenso e imprevedibile mondo che è l’oceano. Continua a leggere
In primo piano
Chi cammina la terra sa che l’importante non è arrivare, ma procedere, passo dopo passo. Camminare la terra è esprimere il nostro vivere in continuo movimento. Talvolta occorre fermarsi per riposare o per pensare e per gioire o per piangere, e alla fine ricominciare a camminare. Fermarsi anche per ricordare e rivivere la strada percorsa
(luigi veronelli)
Rivendicazione territoriale
A sinistra “Campia-Frazione di Cortandone”, a desta “Campia (Maretto)”
La sicurezza stradale prima di tutto
Cortandone (AT)
Sanremo …
L’anno scorso un albanese, quest’anno un Italo-egiziano. Sarebbe facile fare ironie e battute dedicate al ministro della paura Matteo Salvhitler, ma secondo me è positivo che l’Italia sia un incontro di culture diverse. E che gli immigrati sono come sempre è stato nella storia Italiana, sin dai tempi degli antichi romani (Roma fu fondata dagli Etruschi, discendenti dei libanesi) , fonte di rinnovamento. Ormai è chiaro. gli Italiani sanno solo lamentarsi…..
Un uomo di classe
Carlo Giuffrè mi piaceva. Molto. Intatto era un attore bravissimo, con tempi dizione , garbo giusti. Capace di spaziare dalla tragedia greca alla farsa Napoletana, dal dramma ottocentesco alla commedia all’Italiana, dal teatro, al cinema, al varietà televisivo. Mai sopra le righe. Protagonista o comprimario che fosse in qualunque opera.Sempre Garbato, come quella TV che “entrava” nelle case degli italiani Continua a leggere
Paolo Villaggio , in una intervista di altri tempi….
Una stupenda intervista. Molto diversa anche dallo stile attuale fatta di tagliuzzamenti continui per stravolgere il senso del discorso…