Nelle settimane scorse l’amministrazione comunale di Piscina ha lamentato come abbia molti soldi in cassa che non possa spendere per i vincoli del patto di stabilità.
Ricordo che lessi con interesse su “l’Eco” del 23 gennaio 2013 di come i sindaci dei piccoli comuni del pinerolese minacciavano le dimissioni in massa, se non fossero stati esentati dal rispetto del patto di stabilità, che limita la cifra di spesa che questi comuni possono affrontare.
Vi era già stata una situazione simile nel marzo 2009 (alla vigilia per molti della campagna elettorale), con sindaci dei comuni più grandi (ma non solo) spettacolarmente incatenati davanti alla prefettura di Torino.
Naturalmente non si dimise nessuno ne nel 2009 ne nel 2013, l’allora sindaco di Piscina oggi è vice sindaco, ma solo per i limiti dei due mandati ed è ben in sella alla guida reale del comune. Altri come il sindaco di Cantalupa è ancora li da decenni a guidare il comune e godere la fiducia dei cittadini.
Il patto di stabilità serviva e serve a porre un freno al facile giochetto di aumentare le tasse invece di ridurre gli sprechi, le disofficienze e le opere inutili, gli assistenzialismi .
Cosa che nel settore privato non si può fare : non puoi alzare i prezzi, c’è un fenomeno chiamato “concorrenza”.
Di traccia di minacce dei sindaci per protestare contro questa o quella legge del governo, sono piene le cronache. Ma, malgrado raramente il governo abbia fatto marcia indietro, di dimissioni presentate non se ne sono mai viste.
Perché è chiaro che can che abbaia non morde, ma si fa sentire dagli elettori. Non sarebbe il caso di ridurre queste tasse visto che di fatto di soldi ce ne sono fin troppi ?
Questo è l’articolo che scrissi nel 2013, fui facile profeta