Referendum

per quanto riguarda i referendum sul lavoro, nessuna persona sana di mente vuole essere reintegrata in un posto di lavoro da cui l’azienda l’ha cacciato a forza e senza motivo, a meno che l’obiettivo non sia percepire uno stipendio a qualunque condizione, anche lavorando poco e male; e un lavoratore improduttivo, anche non per colpa sua, è soltanto un peso per l’economia. Si tratta dunque di una proposta che appesantirebbe ancora di più la nostra economia già morente, perché i lavoratori vanno stimolati a riqualificarsi e a cercare un impiego produttivo, non a puntare al posto fisso non importa come.
Per quanto riguarda il referendum sulla cittadinanza, se da una parte è giusto che chi si integra (o cresce già integrato) e contribuisce onestamente al benessere generale possa averla più semplicemente, dall’altra però abbiamo un grosso problema di immigrati che non si integrano, che delinquono, o che portano una cultura incompatibile con i nostri valori. Questa seconda parte è inscindibile dalla prima, ma nella proposta referendaria non viene minimamente tenuta in conto. Purtroppo, senza prendere contromisure adeguate, una facilitazione della cittadinanza rischia di essere soltanto una accelerazione della dis-integrazione della nostra società.
Per questo motivo, e per la prima volta, pur potendolo fare ho deciso di non recarmi alle urne.

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