Storia di un paesino (2)


(per chi si fosse perso la prima parte… clicchi qui)

Venne il momento in cui Giuan non poteva più, secondo la legge, fare il borgomastro. Ma ormai senza che se ne accorgesse o che potesse opporsi gli avevano creato il vuoto attorno.

L’architetto aveva lasciato nel frattempo il posto da vicesindaco alla biondina.

Era entrata nella commissione edilizia, dove era riuscita a non far più eleggere presidente il Toni.

Un compromesso portò alla presidenza un ingegnere di fuori, che si occupò anche del piano regolatore.

Giuan non aveva potuto opporsi: una divisione avrebbe favorito una opposizione non forte, forse neppure all’altezza ma sicuramente determinata a sconfiggere questa egemonia a due teste.

Alle elezioni Giaun appoggiò più per necessità che per convinzione la biondina. Come dimostrarono i litigi che precedettero quel patto.

La biondina vinse le elezioni (anche per la presenza di una terza lista che non si capi mai cosa volesse realmente, o forse lo si capì sin troppo bene)

Furono cinque anni difficili. La biondina fu brava a barcamenarsi tra le opposizioni (che forse non colsero se non alla fine la rottura che si stava consumando) Giuan ebbe quel che voleva , anche se a fatica: un piano regolatore che doveva favorirlo ma che alla fine fu un boomerang per tutti.

Non ottenne però, quel che realmente gli serviva: un numero sufficiente di consiglieri fidati che gli permettessero, magari con le opposizioni di far saltare la biondina, togliendole la maggioranza.

Giuan invece per 5 anni sparì dalla scena del paese. Pensando di poter tornare a piacimento.

(2)… continua …

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