Il perchè di un cammino

sino fornovo

—> Le tappe

“Un paio di scarpe per tanti chilometri”: non è un passatempo: non essendo ancora in pensione, dovendo a badare a me stesso e pure lavorare in un’azienda, non ho certo problemi di passare il tempo, tanto più che ho anche impegni in organizzazioni di volontcamminoariato.

Il tempo è dunque poco e tiranno, ma, anche per staccarmi dalla frenesia quotidiana, mi sono messo in cammino. In passato, anche e soprattutto quando frequentavo chiese e dintorni, mi ero sentito ben poco attratto da cose come il Cammino per Santiago o la Via Francigena: non riuscivo ne razionalmente ne irrazionalmente a coglierne utilità e motivo per mettersi a camminare. Neppure la vedevo come una sfida atletica o cose del genere.

Oggi che la chiesa (minuscola o maiuscola che sia) la frequento poco o nulla, che le sfide estreme continuano a non interessarmi, mi sono messo in cammino.

Ma non c’è appunto niente di religioso ne di ricerca della performance. Ma non vi spiegherò subito il perché di questo viaggio  ne la sua destinazione. Lo racconterò mano  a mano. Mai chiedere a chi fa un cammino , sia esso “simil-religioso” o meno, il motivo del suo camminare. E’ qualcosa di intimo: sarà lui a raccontarlo se ne avrà voglia.

Alcuni problemi si presentavano mentre elaboravo l’idea. Primo: verso dove ? E da dove ?

Secondo: quando ? Cammini lunghi come il Cammino di Santiago (anche solo quello più pubblicizzato quasi tutto in territorio spagnolo) o il tratto italiano della via Francigena richiedono più d un mese. Ed io un mese e mezzo di ferie non sono sicuro di non averlo.

Terzo: l’allenamento. Si rischia di non partire perché non si è allenati, ma anche di non allenarsi in modo continuativo perché non si parte,,

Ecco allora la soluzione. Un cammino a rate, partendo da casa mia. Perché un cammino comincia sempre da un punto preciso, dal punto dove ci troviamo . La destinazione da trovare o confermare lungo la via. Un cammino che comincia con tappe singole e poi ritorno a casa in un giorno. Portarsi con l’auto ed i mezzi pubblici dove si era arrivati la tappa precedente e terminata la nuova tappa tornare indietro con gli stessi mezzi. Per abituarsi a fare 25-30 km in un giorno, ma anche scaglionare lungo l’anno il piacere di camminare, di lasciar scorrere i pensieri, di vedere panorami e luoghi diversi, di sentire suoni e odori diversi da quelli di tutti i giorni.

Il tutto accompagnato dalla macchina fotografica, per cogliere immagini dei luoghi, unendo così piu passioni.

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